RESTAURO CHIESA DEL CRISTO IN ROVIGO
- BLULINEA
- 23 ott 2001
- Tempo di lettura: 2 min

Percorrendo via IV Novembre quasi non la si nota, piccola, discreta, come incastonata nella strada stessa. Persino il piccolo cortile sembra fatto apposta per celarsi, quasi invisibile, agli occhi. Eppure è una delle chiese preferite dai rodigini, principalmente per i matrimoni o le cerimonie, e non è raro, soprattutto in primavera o ad inizio estate, vedere il piccolo sagrato ricolmo di riso, sicuramente lanciato dagli invitati. Parliamo dell’Oratorio della Santissima Concezione, che tutti, a Rovigo, conoscono come Chiesa del Cristo.

L’edificio è stato edificato dai frati francescani nella prima metà del ‘200 (con il titolo iniziale di Chiesa della Santa Croce) insediando in città un primo nucleo conventuale proprio vicino a questa cappella. Tradizione vuole che la costruzione della chiesa sia avvenuta proprio nel luogo dove San Francesco, di passaggio in città per uno dei suoi numerosi viaggi, si fermò per una notte di preghiera. La chiesa era, all’epoca, annessa al convento dei frati Minori Francescani. Allocati nelle vicinanze tra lo stesso edificio e quello dei Santi Francesco e Giustina.
Viene poi concessa, sul finire del Quattrocento, alla confraternita della Concezione ed è di quel periodo il primo ampliamento. Solamente a qualche decennio prima è invece riferito il frammento di affresco della Vergine e il Bambino. La chiesa subì un successivo ampliamento intorno al 1650 ed è del Settecento, infatti, il prezioso altare. Fortunatamente continua a mantenere il suo andamento quattrocentesco con tre basse navate divise da tre corte colonne, il soffitto in legno e la cupola. Il tutto in una splendida penombra che invita sicuramente al raccoglimento.
(il testo soprastante, scritto da Alessandro Effe, è riportato dal sito https://rovigo.italiani.it/chiesa-del-cristo/).
Il progetto, realizzato in collaborazione con l’ing. Sergio Zerba, ha riguardato un complessivo risanamento e consolidamento delle murature e delle volte in mattoni, mediante applicazione di fibre di carbonio.
Il primo lavoro eseguito è stato il lievo degli intonaci interni ed esterni, poi il risanamento dall'umidità di risalita, il consolidamento delle murature con il metodo del "cuci e scuci" e il rifacimento dei tratti di muratura più degradati.
Durante i lavori sono stai rinvenuti, all'interno di un pilastro, alcuni tratti di strutture architettoniche risalenti al sec XIII. Le volte in mattoni, così come gli archi sulle colonne della navata centrale, sono stati consolidati con il metodo delle fibre di carbonio.
La facciata, l'altare maggiore e l'altare di destra, rivestiti in marmo, sono stati restaurati mediante iniezioni per il mantenimento delle lastre di rivestimento. Le lastre in marmo di Verona del pavimento sono state restaurate con pulitura profonda, consolidamento in profondità del materiale lapideo e stuccatura.
I serramenti esterni sono stati completamente restaurati e così gli affreschi, in particolare quello sopra la cappella centrale dell'Immacolata, affresco del secolo XVIII del pittore rodigino Massimino Baseggio.
Sono infine stati installati nuovi impianti di riscaldamento e illuminazione interna ed esterna.










Commenti